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Apnee notturne: i sintomi, la diagnosi e il trattamento

29 Marzo 2021
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29 Marzo 2021 Amministratore

Le apnee notturne rappresentano un disturbo del sonno che ha come conseguenza l’arresto della respirazione per un lasso di tempo della durata di almeno 10 secondi, un tempo sufficiente a ridurre il livello di ossigeno presente nel sangue e nel cervello e far crescere contemporaneamente quello di anidride carbonica. Si calcola che questo disturbo colpisca all’incirca il 5% della popolazione adulta, la sua gravità è proporzionale alla frequenza e alla durata dei fenomeni di apnea e alle complicanze alle quali può legarsi: disturbi cardiovascolari, ipertensione, ictus, fibrillazione atriale e insufficienza cardiaca.

Le tre tipologie di apnea notturna

Esistono tre differenti tipologie di apnea notturna: l’apnea ostruttiva del sonno, l’apnea centrale del sonno e l’apnea mista.

Apnea ostruttiva del sonno (OSAS: Obstructive Sleeping Apnoea Syndrome)

Si tratta della varietà più diffusa di questo disturbo ed è provocata da un’ostruzione “meccanica” della gola o delle vie aeree superiori che sopraggiunge durante il sonno, provocando ripetute interruzioni della respirazione (da 5 a 30 ogni ora). A causare il restringimento delle vie aeree possono essere diversi fattori che agiscono in associazione, i principali sono l’obesità (specie quella con distribuzione del grasso a livello del collo) e il naturale invecchiamento dei tessuti, tanto è vero ce un importante predittore dell’OSAS è la circonferenza del collo o il numero del collo della camicia. A incidere sono anche l’abitudine al fumo e l’abuso di alcol, così come l’assunzione in maniera prolungata di sedativi. Altri fattori che contribuiscono a provocare l’insorgenza di apnee notturne sono un livello ridotto di ormoni tiroidei (ipotiroidismo) e una crescita eccessiva o anomala causata da una produzione in eccesso di ormone della crescita.

Una categoria specifica di apnea nel sonno è quella che colpisce i bambini, può essere causata da un ingrossamento delle tonsille o delle adenoidi, da determinati disturbi di natura odontoiatrica, come ad esempio il morso profondo, o da difetti congeniti, come nel caso di una conformazione della mandibola particolarmente ridotta. Poiché il russare è una caratteristica piuttosto diffusa tra i bambini, i sintomi che permettono di riconoscere le apnee notturne comprendono manifestazione diverse tra loro, osservabili principalmente durante il giorno: respirazione dalla bocca, cefalea al mattino, difficoltà di concentrazione, disturbi dell’apprendimento e comportamentali.

Apnea centrale del sonno

Questo tipo di apnea notturna è legato a un disturbo neurologico ed è molto più raro rispetto alle altre forme di apnea nel sonno. A causarla è una disfunzione del tronco encefalico, la regione del cervello responsabile della “regolazione” della respirazione in funzione della quantità di anidride carbonica presente nel sangue. In condizioni normali il tronco encefalico “indica” ai muscoli della respirazione di contrarsi maggiormente e provocare un respiro profondo quando registra un livello di anidride carbonica elevato nel sangue, così da smaltire il gas in eccesso attraverso l’espirazione.

Al contrario, il tronco encefalico segnala ai muscoli respiratori di “rallentare” la respirazione in presenza di una quantità sufficiente di anidride carbonica. L’apnea centrale insorge quando il tronco encefalico è meno sensibile alle variazioni dei livelli di CO2 e questo si traduce in una respirazione meno profonda e più lenta.

Tra le cause di questa tipologia di apnea si segnalano l’assunzione prolungata di determinati farmaci e la permanenza per lunghi periodi ad altitudini elevate; l’apnea centrale del sonno può inoltre manifestarsi nei soggetti affetti da insufficienza cardiaca.

Apnea mista del sonno

Come suggerisce il nome stesso, l’apnea mista del sonno è legata a un insieme di cause di tipo neurologico e ostruttivo. Considerate le sue caratteristiche, deve essere considerata e trattata come un’apnea ostruttiva.

Apnee notturne: i sintomi

Tutti i tipi di apnea del sonno sono caratterizzati da sintomi che possono essere notati prima di tutto da chi dorme accanto alla persona che ne soffre. In questi soggetti la respirazione risulta particolarmente rallentata fino a interrompersi completamente per lassi di tempo prolungati, recuperando successivamente il ritmo normale.

Poiché il disturbo peggiora sensibilmente la qualità del sonno (in pratica, il soggetto non riesce mai ad arrivare ad un livello di profondità di sonno che risulti soddisfacente e riposante), chi soffre di apnee notturne è particolarmente assonnato, affaticato e irritabile nel corso del giorno, può essere interessato da cefalee mattutine e difficoltà di concentrazione. Inoltre, la riduzione dei livelli di ossigeno nel sangue può causare episodi di fibrillazione atriale e incremento dei valori di pressione arteriosa.

Infine, i bruschi risvegli notturni (chiamati “arousal”) che molti pazienti con OSAS presentano sono associati a veri e propri episodi di stress, con eccessiva liberazione di catecolamine e cortisolo, e questi “picchi” di questi ormoni, ripetuti nel corso della notte, possono essere fattori che aggravano patologie cardiovascolari o metaboliche, come la cardiopatia ischemica, l’ipertensione arteriosa o il diabete; anche elevati valori di globuli rossi nel sangue possono essere la spia dell’OSAS, che può anche incidere sulla vasocostrizione delle arterie polmonari, fini a determinare una vera e propria ipertensione polmonare.

La eccessiva sonnolenza diurna può anche causare eccessiva stanchezza, facile faticabilità e “colpi di sonno” in attività lavorativa o alla guida, e pertanto soggetti che svolgono lavori a rischio (guidatori di camion o pulmann o che fanno lunghi viaggi in auto, oppure chi lavora su ponteggi o con macchine industriali a rischio di infortuni) possono avere incidenti sul lavoro o alla guida, anche gravi.

Il sintomo principale resta comunque il russamento, un russamento particolarmente intenso con momenti di respiro affannoso, pause della respirazione e improvvisi risvegli (“arousal”) in seguito ai quali il paziente può svegliarsi spaventato e con i sintomi del soffocamento.

Come si diagnostica l’apnea notturna?

Lo specialista che si occupa della diagnosi delle apnee notturne è lo pneumologo, il principale strumento impiegato a questo scopo è la polisonnografia, un esame strumentale obiettivo in grado di dare indicazioni precise sui disturbi del sonno, altrimenti difficilmente individuabili. L’esame si svolge presso il domicilio del paziente, per eseguirlo si applicano una serie di elettrodi e sensori con lo scopo di registrare tutti i parametri necessari alla valutazione degli episodi di apnea: il movimento del torace, il flusso aereo alla bocca, e la saturazione di ossigeno nel sangue periferico.

In alcuni casi, in presenza di sintomi particolarmente gravi, la polisonnografia può essere eseguita anche in ospedale con l’impiego di strumentazioni più specifiche e con possibilità di registrare anche l’encefalogramma notturno.

Come si trattano le apnee notturne

L’apnea notturna può essere curata con terapie mediche o chirurgiche. La terapia di tipo medico dell’OSAS consiste nel ricorso alla CPAP (Continous Positive Air Pressure), una mascherina che consente l’insufflamento di aria durante il sonno. Il flusso di aria a pressione nelle vie aeree superiori contrasta il rilassamento della respirazione e l’insorgenza di russamento e apnee. Per verificare l’efficacia di questo rimedio, solitamente si esegue una polisonnografia con CPAP applicata, così da poter valutare la scomparsa o meno dei fenomeni di apnea.

Quando nel paziente sono presenti alterazioni o patologie delle vie aeree superiori che causano ostruzioni al passaggio dell’aria è necessario intervenire chirurgicamente. Questo tipo di intervento ha l’obiettivo di agire nei punti di maggior ristrettezza, rendendo il transito dell’aria meno difficoltoso. Le aree interessate possono essere il naso, il palato molle, la base della lingua, la mandibola, le tonsille e le adenoidi. Lo specialista che si occupa degli interventi chirurgici per le apnee notturne è il chirurgo otorinolaringoiatra. La chirurgia può aiutare a risolvere problematiche legate alle apnee notturne, nonostante questo, specialmente nei casi più gravi, è sempre necessario associare all’intervento terapie mediche e modificare eventualmente abitudini e stile di vita.

Il ruolo della prevenzione nel contrasto all’apnea del sonno

I problemi legati alla respirazione notturna possono essere notevolmente attenuati con l’adozione di abitudini salutari come una dieta equilibrata, il rinunciare a fumo, superalcolici e all’assunzione di farmaci con effetto sedativo, specialmente alla sera. Nei pazienti obesi, un drastico dimagrimento (con interventi dietetici o, nei casi più gravi, interventi di chirurgia bariatrica) possono ottenere la drastica riduzione degli episodi apneiici.

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