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Glaucoma: sintomi, diagnosi, approfondimenti

10 Maggio 2022
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10 Maggio 2022 Amministratore

Cos’è il glaucoma e cosa comporta

Il glaucoma è un gruppo di malattie nelle quali si ha un incremento della pressione intraoculare tale da danneggiare il nervo ottico, causando danni irreversibili allo stesso e conseguentemente al campo visivo fino, nei casi più gravi, a determinare la cecità.
In questo gruppo di malattie troviamo forme profondamente diverse tra loro, la più frequente è il glaucoma ad angolo aperto (glaucoma cronico semplice): una malattia invalidante, complessa e subdola, talora di difficile approccio anche per l’oculista.

In Italia più di 550.000 persone sono affette da glaucoma, malattia responsabile solo nel nostro Paese di 4500 nuovi casi di cecità ogni anno (1 nuovo caso di cecità ogni 2 ore). La frequenza aumenta con l’età passando da un 2% intorno ai 40 anni fino a superare il 10% dopo i 70 anni.

La prevenzione primaria e secondaria

Parlare di prevenzione primaria quando si parla del glaucoma non è facile. Per prevenzione primaria si intende un comportamento o un’azione condotta direttamente sull’ambiente tali da impedire l’insorgenza della malattia. Il perché è presto detto: il glaucoma in sé non è prevenibile ma, nella massima parte dei casi, sono prevenibili la progressione del danno e la cecità. Poiché la malattia è asintomatica fino alle fasi tardive, quando è già comparsa una menomazione funzionale consistente e irreversibile è indispensabile una diagnosi precoce, allo scopo di avviare tempestivamente una terapia che blocchi la progressione del danno.

L’importanza della diagnosi precoce e come farla

Il glaucoma ad angolo aperto, o come già accennato glaucoma cronico semplice, è una patologia subdola in quanto il danno non viene percepito dal paziente fino agli stadi tardivi, quando vi è già stata una perdita significativa ed irreversibile della capacità visiva. Per il suddetto motivo è indispensabile una diagnosi precoce che può essere condotta esclusivamente tramite controlli periodici, essenziali nei familiari dei soggetti glaucomatosi e che devono essere intensificati con il progredire dell’età.

Per questo motivo è indispensabile sottoporsi a visite oculistiche periodiche, almeno ogni 4 anni fino ai 40 anni di età, poi ogni due anni aumentando però la frequenza nei soggetti a rischio. Solo così è possibile anche lievi alterazioni che possono far sospettare un inizio di glaucoma.

Pressione oculare e “target pressure”

Per analogia con l’ipertensione arteriosa molti credono vi sia un valore limite per la pressione oculare: ciò non è assolutamente vero. In realtà, il massimo valore tollerato della pressione oculare è diverso da persona a persona e può variare nel corso della vita. La pressione ideale per il singolo paziente è detta anche “target pressure”.

Da qui la necessità che la visita non si limiti alla sola misura della pressione oculare ma venga eseguito anche l’esame diretto della papilla ottica  (fa parte dell’esame del fondo oculare) e, se necessario, vengano eseguiti opportuni approfondimenti (esame del campo visivo ed OCT delle fibre nervose).

I fattori di rischio per lo sviluppo della malattia glaucomatosa

  • La familiarità
  • La pressione oculare elevata
  • L’età (il rischio aumenta con l’età)
  • La razza (maggiore frequenza e gravità nei pazienti di colore)
  • Lo spessore corneale (un basso spessore corneale costituisce un fattore di rischio)
  • Patologie vascolari, ipertensione arteriosa, diabete mellito
  • Uso di particolari farmaci (cortisonici, psicofarmaci)

Terapia possibile e trattamenti

Al momento l’unica possibilità terapeutica valida per prevenire o impedire la progressione del danno è quella di ridurre la pressione oculare: fortunatamente la maggior parte delle forme sono abbastanza lievi da poter essere trattate con colliri o applicazioni laser.

I colliri: il trattamento di prima scelta

I colliri costituiscono generalmente il trattamento di prima scelta (a meno che non sia possibile eseguire un trattamento laser) e comprendono 4 gruppi di farmaci:

  • betabloccanti,
  • analoghi delle prostaglandine,
  • inibitori della anidrasi carbonica,
  • simpaticomimetici

Questi possono anche essere usati in modo combinato per aumentarne l’effetto ipotensivo. La scelta di un determinato collirio viene fatta in base a efficacia, tollerabilità ed eventuali controindicazioni. Fondamentale è che la terapia venga effettuata regolarmente. Tuttavia si ritiene che circa il 50% dei pazienti glaucomatosi non esegua correttamente la terapia (per difficoltà nella istillazione, per fastidio o perché non c’è la percezione un vantaggio immediato nell’effettuare la terapia).

Il Laser

Il laser è un trattamento parachirurgico e prevede l’applicazione di impulsi laser sul trabecolato per migliorarne la permeabilità e favorire la fuoriuscita dell’umore acqueo dall’interno dell’occhio. È indicato soprattutto nelle forme iniziali di glaucoma in sostituzione dei colliri, è un trattamento eseguibile solo in pazienti con determinate caratteristiche dell’occhio. L’effetto ipotensivo in genere dura da alcuni mesi a qualche anno ma il trattamento è comunque ripetibile nel caso di un nuovo aumento della pressione oculare.

La chirurgia

La chirurgia è considerata l’ultima risorsa per la possibilità di complicanze o di fallimenti nel ridurre la pressione, eventualità possibile anche quando l’intervento è stato condotto correttamente. Negli ultimi anni si sono avute importanti novità legate a un miglioramento dell’efficacia e della sicurezza delle operazioni classiche e all’introduzione di tecniche chirurgiche microinvasive.

Queste tecniche hanno la possibilità di essere eseguite in day-surgery e, se necessario, in contemporanea all’intervento di cataratta. Purtroppo, non hanno la stessa efficacia delle tecniche classiche nell’abbassare la pressione oculare: per tale motivo sono riservate a casi non estremamente avanzati di glaucoma in cui è sufficiente una modica riduzione della pressione oculare. Si può tranquillamente affermare che generalmente più un intervento è efficace nell’abbassare la pressione oculare e maggiori sono i rischi di complicanze che comporta.

Come si sceglie la tipologia dell’intervento chirurgico?

Ogni tipologia di intervento chirurgico è caratterizzata da una pressione media postoperatoria (ottenuta dalla media delle pressioni postoperatorie in un gruppo numeroso di pazienti) che è la pressione che presumibilmente possiamo aspettarci dopo quel tipo di intervento. La scelta è pertanto determinata dal il valore di pressione che vogliamo ottenere in un determinato paziente (target pressure): ovviamente viene scelto l’intervento in cui i risultati cono compatibili con il livello di pressione ricercato e, a parità di efficacia, viene scelto quello meno rischioso. Pertanto si sceglierà l’intervento che con minor rischio faccia prevedere una pressione postoperatoria inferiore alla target pressure.

È possibile effettuare interventi per il Glaucoma presso il Minihospital “Sandro Pertini”?

Il Minihospital “Sandro Pertini” dispone di un laboratorio di oculistica equipaggiato con strumenti all’avanguardia volti ad effettuare qualsivoglia indagine diagnostica e intervento riguardante l’oftalmologia.

Le dotazioni tecnologiche di cui dispone la nostra struttura e la competenza del Professor Marco Nardi rendono il Minihospital una struttura d’eccellenza in questo ambito nonché la scelta migliore per ovviare ai suddetti problemi relativi alla vista. Tale eccellenza si aggiunge alle altre ed ugualmente importanti aree d’intervento di medicina specialistica ambulatoriale, chirurgia, diagnostica per immagini, medicina di riabilitazione.

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