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Il trattamento della rizoartrosi

Il trattamento della rizoartrosi

Per rizoartrosi si intende l’artrosi dell’articolazione trapeziometacarpale della mano che costituisce appunto la “radice” (da Rhyzos) del pollice.

Etiopatogenesi

Colpisce più frequentemente le donne sopra i 40 anni. Anche il lavoro manuale pesante, professioni dove spesso si usa in modo ripetitivo la pinza fra pollice e indice, pregresse fratture possono favorire l’insorgenza di tale patologia.

L’articolazione trapeziometacarpale va incontro frequentemente a problemi di instabilità per cause congenite e alla lassità ligamentosa.

Diagnosi

Viene fatta con la visita specialistica e l’esame radiografico standard. Raramente si deve ricorrere ad esami più approfonditi come TC o RNM.

Terapia

Il primo step terapeutico, soprattutto nei casi lievi o con scarsi segni di artrosi alle Rx , è di tipo conservativo con ortesi (tutori).

E’ di grande utilità applicare tutori fatti su misura da fisioterapisti esperti di tale patologia. Il tutore può essere fatto con polso incluso oppure lasciandolo libero a seconda delle condizioni cliniche e delle esigenze lavorative del paziente.

Si possono associare anche antiinfiammatori e terapie topiche (locali sulla cute) con cerotti medicati o fisioterapia strumentale (laser e ultrasuoni).

Il secondo step è la terapia infiltrativa articolare, soprattutto nei casi in cui a livello articolare esiste uno spazio abbastanza ampio ed elastico. Si può effettuare la prima infiltrazione con un cortisonico e successivamente con collagene o acido ialuronico (una o due infiltrazioni).

Al terzo step , quello chirurgico, si arriva nei casi di artrosi più avanzata o dolore persistente e invalidante. Esistono molti tipi di intervento, studiati e proposti da diversi autori.

Gli interventi di gran lunga più utilizzati sono le artroplastiche biologiche , cioè interventi in cui si esegue l’asportazione del trapezio (l’osso alla base dell’articolazione) seguita dalla interposizione di tessuto tendineo nello spazio rimasto. Esistono molte varianti di questo tipo di intervento, oggi preferito perché non prevede l’impianto di materiali estranei e presenta buoni risultati sia a breve che a lungo termine. Si toglie il dolore mantenendo la completa mobilità del 1° dito.

La dottoressa Nesti Cecilia, specialista in Ortopedia e Traumatologia , specialista in Chirurgia della Mano con esperienza ultraventennale, effettua questo tipo di intervento (artroplastica in sospensione secondo la tecnica di Ceruso).

Dopo l’intervento si applica una stecca gessata per circa 15 giorni, per poi iniziare la rieducazione funzionale utilizzando un tutore rimovibile più leggero.

Le complicanze più frequenti sono il dolore sul tendine flessore radiale del carpo al polso e piccole aderenze sulla cicatrice, ma con una buona fisioterapia sono in genere superabili

Al MiniHospital è possibile effettuare l’intervento in anestesia locoregionale (si addormenta solo l’arto superiore dalla spalla fino alla mano) associata a sedazione più o meno profonda se necessario.

Il ricovero è normalmente in Day Hospital o se ci sono problematiche particolari il paziente può essere trattenuto per una notte nella struttura. 

Specialisti di riferimento

cecilia-nesti
Dott.ssa
Chirurgo ortopedico
federica-mariotti
Dott.ssa
Ortopedico e traumatologo

Il trattamento della rizoartrosi

Il trattamento della rizoartrosi

Per rizoartrosi si intende l’artrosi dell’articolazione trapeziometacarpale della mano che costituisce appunto la “radice” (da Rhyzos) del pollice.

Etiopatogenesi

Colpisce più frequentemente le donne sopra i 40 anni. Anche il lavoro manuale pesante, professioni dove spesso si usa in modo ripetitivo la pinza fra pollice e indice, pregresse fratture possono favorire l’insorgenza di tale patologia.

L’articolazione trapeziometacarpale va incontro frequentemente a problemi di instabilità per cause congenite e alla lassità ligamentosa.

Diagnosi

Viene fatta con la visita specialistica e l’esame radiografico standard. Raramente si deve ricorrere ad esami più approfonditi come TC o RNM.

Terapia

Il primo step terapeutico, soprattutto nei casi lievi o con scarsi segni di artrosi alle Rx , è di tipo conservativo con ortesi (tutori).

E’ di grande utilità applicare tutori fatti su misura da fisioterapisti esperti di tale patologia. Il tutore può essere fatto con polso incluso oppure lasciandolo libero a seconda delle condizioni cliniche e delle esigenze lavorative del paziente.

Si possono associare anche antiinfiammatori e terapie topiche (locali sulla cute) con cerotti medicati o fisioterapia strumentale (laser e ultrasuoni).

Il secondo step è la terapia infiltrativa articolare, soprattutto nei casi in cui a livello articolare esiste uno spazio abbastanza ampio ed elastico. Si può effettuare la prima infiltrazione con un cortisonico e successivamente con collagene o acido ialuronico (una o due infiltrazioni).

Al terzo step , quello chirurgico, si arriva nei casi di artrosi più avanzata o dolore persistente e invalidante. Esistono molti tipi di intervento, studiati e proposti da diversi autori.

Gli interventi di gran lunga più utilizzati sono le artroplastiche biologiche , cioè interventi in cui si esegue l’asportazione del trapezio (l’osso alla base dell’articolazione) seguita dalla interposizione di tessuto tendineo nello spazio rimasto. Esistono molte varianti di questo tipo di intervento, oggi preferito perché non prevede l’impianto di materiali estranei e presenta buoni risultati sia a breve che a lungo termine. Si toglie il dolore mantenendo la completa mobilità del 1° dito.

La dottoressa Nesti Cecilia, specialista in Ortopedia e Traumatologia , specialista in Chirurgia della Mano con esperienza ultraventennale, effettua questo tipo di intervento (artroplastica in sospensione secondo la tecnica di Ceruso).

Dopo l’intervento si applica una stecca gessata per circa 15 giorni, per poi iniziare la rieducazione funzionale utilizzando un tutore rimovibile più leggero.

Le complicanze più frequenti sono il dolore sul tendine flessore radiale del carpo al polso e piccole aderenze sulla cicatrice, ma con una buona fisioterapia sono in genere superabili

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