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Fascite plantare: diagnosi e tipologie idonee di trattamento

1 Giugno 2022
Posted in Blog
1 Giugno 2022 Amministratore

La fascite plantare è la causa più diffusa del dolore alla deambulazione nel punto in cui la fascia plantare si inserisce sull’osso del calcagno nella sua porzione interna, non di rado associata alla presenza di una piccola estosi (formazione ossea a forma di spina chiamata Spina Calcaneare).

L’età durante la quale insorge questa infiammazione è, solitamente, compresa tra i 40 e i 60 anni e colpisce in ugual misura il sesso maschile e quello femminile.

Fattori che influiscono nella sua comparsa sono riconducibili a determinati stili di vita quali:

  1. Stazione eretta prolungata
  2. Sovrappeso/obesità
  3. Tipo di attività fisica (corsa, salto, calcio)
  4. Usa di scarpe non adeguate
  5. Presenza di muscoli del polpaccio retratti

Quali sono i sintomi e la diagnosi più corretta?

Il sintomo principale della fascite plantare è il dolore, spesso più severo al risveglio quando si eseguono i primi passi, localizzato soprattutto nella parte interna del calcagno, frequentemente irradiato lungo tutta la fascia plantare fino alle dita del piede.

Nella maggior parte dei casi il dolore appare in modo graduale, avvertito dopo periodi di inattività. Inoltre può essere unilaterale, ossia che interessa un solo piede, oppure bilaterale, a carico di entrambi i piedi.

Ad una prima fase di dolore, questo tende a diminuire durante l’arco della giornata per poi ripresentarsi verso sera. In caso di quadro clinico cronico, il dolore non concede tregua durante la giornata, soprattutto in presenza di una spina calcaneare.

L’esame più adatto a individuare un problema come la spina calcaneare è la radiografia del piede in posizione laterale o, ancora, l’esame ecografico e la RMN. Prima di ciò è consigliabile eseguire un’anamnesi, ossia la storia clinica del paziente, comprensiva dei dettagli della sintomatologia, la storia medica, la sua attività lavorativa, nonché le abitudini.

I trattamenti possibili: conservativo o chirurgico?

È stato dimostrato che la terapia conservativa risulta più efficace nelle fasi iniziali della malattia (quando non si è ancora formato lo sperone). Questa consiste in:

  • Riposo da tutte quelle attività che favoriscono la comparsa del dolore (corsa, lunghe camminate).
  • Somministrazione di farmaci antidolorifici sistemici.
  • Somministrazione di farmaci antidolorifici locali (terapia infiltrativa).
  • Utilizzo di scarpe idonee con ortesi plantari (plantari in silicone).
  • Azione mirata all’abbattimento dei fattori di rischio (es. dieta ipocalorica per dimagrire)

Quando la terapia conservativa non riesce a risolvere la sintomatologia, per la presenza di una spina calcaneare con dolore recidivante e a causa dell’irritazione continua dei tessuti molli circostanti, è necessario ricorrere alla rimozione chirurgica della spina con plastica della fascia plantare. Attraverso una tecnica micro-chirurgica in anestesia loco-regionale, si procede con una mini-incisione cutanea di circa 3 mm a livello del calcagno, in seguito si esegue sotto controllo radiografico l’asportazione della spina calcaneare a mezzo di una micro fresa.

Grazie a questa tecnica, i tempi di ripresa risultano estremamente rapidi, il piede può essere appoggiato a terra già dopo pochi giorni e dopo circa una settimana è possibile riprendere le comuni attività fisico lavorative, utilizzando una apposita talloniera.

Il Dott. Leonardo Donati e la Chirurgia mini-invasiva del MiniHospital “Sandro Pertini”

Al fine di risolvere problemi come la fascite plantare, il MiniHospital “Sandro Pertini” si avvale di esperti specialisti in campo chirurgico. Fra questi spicca il Dr. Leonardo Donati, medico specializzato in Ortopedia e Traumatologia che, da 10 anni, si occupa del trattamento microchirurgico delle più comuni patologia del piede con all’attivo migliaia di interventi.

La microchirurgia del piede o chirurgia percutanea ha come filosofia la minimizzazione del trauma chirurgico utilizzando per eseguire gli interventi micro accessi chirurgici (tagli di circa 2 mm) e micro frese per modellare l’osso in modo da favorire una rapida ripresa funzionale esente da dolore post operatorio.

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