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Dolore all’anca nel giovane e nello sportivo: sintomi, cause e cure.

20 Luglio 2022
Posted in Blog, News
20 Luglio 2022 Amministratore

Tutte le volte che si cammina, si corre, si va in bicicletta, si fa sport o si sta seduti davanti al pc, vengono usate le anche. In particolare alcuni tipi di sport come il calcio, la danza o le arti marziali, sollecitano particolarmente questa parte del corpo.
Un problema a tale articolazione può determinare una sensazione di rigidità e dolore ricorrente in determinati movimenti della propria vita quotidiana.

Una corretta diagnosi, associata ad un intervento chirurgico di artroscopia d’anca, quando opportuno, può aiutare a risolvere i sintomi di un’anca dolorosa. La principale causa di dolore all’anca nel paziente giovane e sportivo è il conflitto femoro-acetabolare con associate lesioni del labbro acetabolare.

Cos’è il conflitto femoro-acetabolare?

Il conflitto femoro-acetabolare (o FAI, Femoro-Acetabular Impingement) è una patologia dall’anca provocata dal conflitto testa femorale e/o dell’acetabolo, conflitto che avviamento durante il normale di movimento di queste due articolazioni.
Si può trattare di un episodio sporadico, successivo a una prestazione sportiva, oppure è una conseguenza di patologie congenite o acquisite dell’anca.

Le deformazioni derivanti dal suddetto conflitto possono essere distinte in due diverse tipologie:

    • Pincer (che in inglese vuol dire pinza-tenaglia): deformità dell’acetabolo, che colpisce soprattutto il sesso femminile, tale da stringere la testa femorale come una pinza/tenaglia.
    • Cam: colpisce soprattutto gli uomini e avviene nel caso in cui la testa femorale non è perfettamente sferica, causando il contatto della parte eccentrica con il bordo acetabolare.

In cosa consistono le lesioni del labbro acetabolare.

Il conflitto femoro-acetabolare comporta una lesione del labbro acetabolare, che è una sorta di guarnizione dell’articolazione che riveste il bordo dell’acetabolo.
In seguito alla lesione del labbro, si ha una alterazione dell’omeostasi del liquido sinoviale che normalmente porta nutrimento alla cartilagine articolare.
Tale alterazione comporta prima uno slaminamento della cartilagine acetabolare, poi con il passare degli anni può condurre all’artrosi dell’anca.

Quali sono i sintomi?

Il dolore nella FAI e nelle lesioni labrali si manifesta solitamente in maniera subdola all’inguine ma talvolta possono essere riferiti dolori che coinvolgono il gluteo o, ancora, può essere caratterizzato da irradiazioni complesse. I sintomi, solitamente, si avvertono dopo aver compiuto uno sforzo fisico non necessariamente di grande entità, come stare molte ore in piedi per assistere a una manifestazione o perché la propria professione lo impone.

Dapprima questo fastidio si manifesta solo in occasione di determinati, con il tempo può arrivare a condizionare l’attività fisica o i normali movimenti quotidiani.

Quali esami devo fare per sapere se si è affetti da questo conflitto?

        • Un esame clinico volto a trovare i segni clinici della malattia attraverso specifici test (FABER-FADIR).
        • Una radiografia del bacino, e delle anche in proiezione di Dunn a 45° e 90°.
        • Una RM dell’anca.

Come si cura il conflitto femoro-acetabolare?

Il trattamento conservativo (ovvero non chirurgico) deve essere sempre considerato per primo quando si tratta una FAI e spesso può determinare la riduzione del dolore e la rigidità dell’anca, tuttavia non sempre si rivela la migliore strada possibile. Ecco i comportamenti da seguire:

        • Riposo
        • Modifica del proprio comportamento
        • Terapia fisica
        • Cura con farmaci anti-infiammatori

Il trattamento chirurgico tramite intervento di artroscopia d’anca è una procedura mini-invasiva, che attraverso piccole incisioni (1 cm) e strumenti idonei, identifica e cura alcune patologie collegate al dolore dell’anca.
Tale procedura viene eseguita in regime di ricovero ordinario (una notte in ospedale). Ecco le varie fasi che caratterizzano il trattamento:
– Anestesia generale
– Trazione graduale dell’anca che per aumentare lo spazio articolare al fine di introdurre gli strumenti artroscopici
– Realizzazione di un’incisione cutanea, introduzione di una telecamera artroscopica collegata ad un monitor esterno per esaminare la situazione dell’articolazione operata
– Esecuzione di una seconda piccola incisione, introduzione degli strumenti chirurgici idonei alla cura della patologia riscontrata.

Ecco cosa è possibile fare attraverso l’intervento chirurgico: a seconda del danno riscontrato al momento della artroscopia sarà possibile riparare o asportare totalmente il labbro lesionato; trapiantare il labbro lesionato; riparare lesioni condrali di lieve entità; rimodellare la testa femorale e/o dell’acetabolo per eliminare il conflitto una volta per tutte.

Quali sono i pazienti che beneficiano di più dell’artroscopia d’anca?

I pazienti che rispondono meglio all’artroscopia dell’anca sono individui giovani e attivi, con dolore all’anca, dove la cartilagine articolare è ancora sana al momento della diagnosi. Per i pazienti che hanno già subito una significativa perdita di cartilagine articolare è più adatto eseguire un trattamento più risolutivo, quale la protesi all’anca.

Studi scientifici hanno dimostrato che l’80% dei pazienti che si sottopongono ad artroscopia dell’anca ritorna allo sport e alle altre attività fisiche ai livelli di prima dell’insorgenza dei dolori all’anca (da conflitto femoro-acetabolare).
La maggioranza dei pazienti sta nettamente meglio, ma non è ancora chiaro in quale misura la procedura arresti il decorso dell’artrosi.

La chirurgia artroscopica dell’anca ha il vantaggio di essere una procedura mini-invasiva che permette di trattare le patologie dell’anca con scarso trauma dei tessuti e scarso dolore post operatorio, permette inoltre un rapido recupero e ritorno allo sport.

Al fine di risolvere problemi come il dolore all’anca nel giovane, il MiniHospital “Sandro Pertini” si avvale di esperti specialisti in campo chirurgico ed una collaborazione con un dirigente medico dell’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, la Dott.ssa Mariotti, che si occupa specificatamente del trattamento conservativo e chirurgico mini invasivo artroscopico delle più comuni patologia dell’anca, con all’attivo una importante casistica di interventi chirurgici.